Broken glass

C'è un vecchio bar a Dokska in cui vado di solito gli ultimi giorni del mese, in quei giorni in cui evito di ritornare sul luogo dei miei delitti, quando gli affittuari cominciano a rendersi conto che non pagherò un cazzo, "Quanto mai mi sono fidato di quello sporco polski", diranno amari ai loro amici. Ed avrò fatto loro un favore, perchè avranno almeno qualcuno su cui riversare la loro frustrazione. Proszę bardzo, stronzi. Il prezzo degli alcolici si regola in base a quello della benzina. È uno di quei posti immerso nell'aria di autocommiserazione dei suoi avventori, che sembra che ti fanno firmare un contratto all'entrata, che lo sai che ci vai soltanto per goderti qualche ora di fiele. È l'unico motivo per cui riesce ancora a guadagnare abbastanza da pagare le bollette.

Ce lo vedo sempre quel vecchio, in un angolo buio, più buio degli altri. Chissà che cosa lo spinge a rivolgermi la parola questa volta.
"Sai, là dove hanno costruito quel grattacielo c'era un campetto. Insieme alla mia banda correvamo sempre in giro per il quartiere ed a mezzogiorno giocavamo a pyramid. Ero sempre il più piccolo e dovevo stare in porta. E lì, all'angolo, il mio vecchio mi ha insegnato ad andare in bicicletta. Lascia che te lo dica, non so quante volte sono caduto di faccia sull'asfalto. Ma non ho smesso, provavo, provavo, finché un giorno riuscii ad andare da solo lungo questa strada. Vabbè, forse la bicicletta era un po' troppo grossa per me, la gente per strada rideva sempre quando mi vedeva passare. "Non lasciarti deridere", mi diceva mio padre. Ma non avevo la sensazone che ridessero di me. Avevo la sensazione che si rallegrassero."
"E quando è andato via?" 
"Ad un certo punto nel mezzo della notte mio padre mi ha svegliato, dicendomi "Vieni per strada ragazzo. Ti voglio mostrare qualcosa." Allora sono andato con lui per strada. Mi ha dato un paio di sassi in mano ed ha detto "Adesso fammi vedere di che pasta sei fatto". Ha preso lui stesso un sasso ed ha infranto questa vetrina. Proprio qui dove siamo seduti adesso. E la strada era piena di persone. Ed era buio fitto, non chiaro come oggi dove tutto è illuminato e brilla, perché la gente non riescie più a sopportare l'oscurità. Buio pesto. E tutte le persone hanno lanciato sassi nella vetrina. E mio padre ha fatto questo negozio a pezzi. Ed io ero là in mezzo alla strada e tutto era pieno di vetro rotto e bruciava e la strada brillava perchè il fuoco era così luminoso. E posso ricordarmi con chiarezza che ad un certo punto cominciai a singhiozzare. Ed ora indovina perché." 
"Perché?" 
"Perché pensavo "Con tutti questi frammenti di vetro non potrò più andare in bicicletta""
Non glielo dico che la gente come suo padre alla gente come mio padre gli ha spaccato il negozio e la schiena e la testa per decenni, che dovrei fargli sputare quei denti finti sul bancone finché non mi ha chiesto scusa per questi trent'anni di merda, qui dove pure la merda ti si congela tra le chiappe. Ma chi me lo fa fare.