After midnight

I corridoi semi vuoti dell'ospedale di Capital City diventano più labirintici di notte, forse perché solo allora ho la possibilità di uscire dal reticolato dei reparti cui sono solitamente affidato. La luce è solo quella artificiale che rende gli interni dell'edificio innaturalmente bianchi, credo che sia pensata per tranquillizzare i pazienti, ma non vedo in che modo. I turni notturni sono privi della pressione del giorno, della presenza oppressiva dei medici che mi controllano e dei malati che mi nauseano. Ho tutto il tempo per aggirarmi nelle stanze vuote, trascinato solo dalla mia assenza di peso, magari i pazienti dimessi hanno lasciato qualcosa nei cassetti. Faccio fatica a ricordare che a fine del mese riceverò uno stipendio o a fidarmi del fatto che succederà davvero. Le abitudini sono dure a morire. Di notte seguo le autopsie di Thackery. Li sento i commenti degli altri chirurghi che dicono che è un fallito a stare rinchiuso in quel seminterrato, che la sua carriera è finita. Sono talmente occupati a vincere dei premi di cristallo a dei congressi che loro stessi pagano migliaia di dollari, che non si accorgono di avere un dio nella cantina. Akira mi ha insegnato a tagliare e ricucire i morti, ma con la stessa grazia con cui si svuotano le budella di un maiale. Thackery opera come se avesse sotto le mani un vivo. Ed a volte aspetto il momento in cui lui chiude l'incisione ad Y, aspettandomi per un istante che il petto si gonfi di nuovo sotto la pressione dei polmoni. Non sarò mai come Thackery, ma per la prima volta mi piace guardare qualcuno disegnare con lo scalpello.
Di notte l'ospedale è solo mio, di qualche vecchio insonne e di altri medici di turno che posso evitare senza difficoltà. Buona parte del tempo la passo a fumare sul tetto quando non fa troppo freddo e a fare le corse sui lettini insieme a Dashawn, l'infermiere del 5°. Ogni tanto qualcuno viene a rompere i coglioni perché gli fa male la schiena o è disidratato, per il resto si tratta di riempire otto lunghe ore di vuoto. Credevo di aver imparato a convivere con me stesso, ma era la switch ad aiutarmi. Svariati anni di dipendenza nel bel mezzo di un'epidemia, circondato da morti viventi. Ma non più, sono negativo, pulito, è ufficiale. Ed una volta che il dolore scompare, inizia la vera battaglia. Depressione. Noia. Ti senti talmente piatto da volerti far saltare la testa, per sentire, almeno un'ultima volta, qualcosa che infranga quell'intorpidimento.